Come generare un racconto partendo da una data traccia

Redazione
7 Min Leggere

Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di ChatGPT, il software di intelligenza artificiale, completamente gratuito, sviluppato da OpenAI (quelli che avevano reinventato il disegno digitale con l’AI).

ChatGPT rientra nella categoria dei chatbot, ovvero quegli assistenti virtuali che simulano le conversazioni umane rispondendo a qualunque domanda posta dagli utenti.

I chatbot vengono usati ormai da anni per consentire alle persone di interagire con dispositivi digitali e siti Internet: alzi la mano chi non ha litigato almeno una volta con il chatbot di un operatore telefonico cercando (inutilmente) di ottenere una risposta.

Quelle sono applicazioni piuttosto rudimentali che hanno poco o nulla a che fare con esempi più evoluti come Alexa o Siri, considerati piuttosto avanzati, ma che si limitano comunque a svolgere compiti ristretti e ben definiti.

Ti presento ChatGPT

Nessun chatbot messo finora in commercio si avvicina alle capacità che sta dimostrando ChatGPT. La tecnologia su cui si basa si chiama GPT, ed è un’intelligenza artificiale addestrata su una enorme mole di testi (articoli di giornale, libri, documenti e canzoni) per avere conversazioni articolate ed essere in grado di rispondere a domande.

Al contrario di altri chatbot, è capace di ricordare anche i messaggi scambiati precedentemente con l’utente. Il prodotto è stato messo a disposizione del pubblico attraverso un’interfaccia facile da usare (ricorda molto WhatsApp).

ChatGPT può essere testato gratuitamente creando un profilo sul sito di OpenAI (https://openai.com/).

Da quando il progetto è stato messo online, il Web si è riempito di esperienze di utenti che hanno avanzato a ChatGPT le richieste più disparate.

Il chatbot si è dimostrato capace di scrivere e correggere codice di programmazione, di spiegare algoritmi complessi usando un linguaggio da film di gangster, di comporre musica per pianoforte, di raccontare barzellette o scrivere sceneggiature per film.

Ma attenzione! Non fargli domande sull’anno appena trascorso o di attualità. Infatti, come ci ha spiegato ChatGPT “il training si è interrotto nel 2021 e non ha “accesso alle informazioni più recenti”.

Entriamo nel fantastico mondo dell’IA

PASSO 1: Creiamo il nostro account

Avviamo il browser, colleghiamoci alla pagina https://chat.openai. com/auth/login e registriamoci seguendo la procedura guidata.
Possiamo accedere con il nostro account Google o Microsoft, oppure in alternativa creare un nuovo profilo usando username e password.

PASSO 2: Ecco la chat

Ecco la chat!
Dopo aver inserito le nostre credenziali, potrebbe venir richiesto di dimostrare che non siamo un robot individuando una sequenza di immagini.

Verranno infine proposte alcune videate di consigli e informazioni su ChatGPT.

Rispondiamo con Next quindi con Done.

Scriviamo un libro a quattro mani

Come detto in precedenza, abbiamo sottoposto l’intelligenza artificiale di ChatGPT a una serie di test, per provarne limiti e capacità.

La prima prova è stata scrivere un racconto. Come se ci trovassimo di fronte a un interlocutore “umano” abbiamo chiesto a ChatGPT se avesse voglia di scrivere qualcosa insieme.

Siamo quindi passati a proporgli alcuni semplici elementi che avrebbero dovuto far parte del racconto: la storia di un ragazzo di 12 anni che vive in una grande città.

Il chatbot di casa OpenAI si è subito messo al lavoro sfornando un breve racconto. Appena terminata questa operazione di scrittura ChatGPT ha virtualmente “ributtato la palla nel nostro campo” chiedendoci: “E tu come vedi la storia? Vuoi continuare?”.

Una volta compreso che il chatbot era disposto a “giocare” con noi, abbiamo deciso di “alzare l’asticella” inserendo un elemento fantastico nel racconto: una piccola pergamena e una formula magica.

ChatGPT non ha avuto esitazione e ha ripreso il racconto cambiando immediatamente registro e adattandosi alle nostre richieste.

Il racconto ha preso una svolta fantasy con il protagonista pronto a partire alla scoperta di tesori nascosti in angoli remoti del mondo.

Spingiamo sull’acceleratore della fantasia

Non appena terminato il racconto del chatbot, abbiamo deciso di “rilanciare” per vedere se ChatGPT era in grado di stare dietro ai nostri voli di fantasia.

Abbiamo prima inserito un elemento magico: una pietra verde in grado di trasportate il protagonista in qualunque parte dell’universo.

Lo abbiamo così fatto viaggiare dall’Egitto al lato oscuro della luna e infine al centro della Terra!

Non soddisfatti, abbiamo chiesto a ChatGPT di fare un salto temporale. Il protagonista non aveva più 12 anni ma era diventato un uomo, esperto di… fisica quantistica.

L’intelligenza artificiale ha saputo adeguarsi a questo cambio ma mostrando inevitabilmente i propri li- miti di intelligenza “non umana”.

I limiti di ChatGPT

Non ce ne vogliano i creatori di questo chatbot, ma terminata l’esperienza di scrivere un racconto a quattro mani, ci è rimasta la sensazione che l’intelligenza artificiale, che verrebbe addestrata attraverso testi tratti da libri, articoli e siti Web, è in grado di creare testi scorrevoli e piacevoli ma senza quel lampo di genio tipico dell’essere umano.

Insomma, nella maggior parte dei casi, ChatGPT, produce quelle che la rivista inglese The Verge ha descritto come “cavolate scorrevoli”. Intendiamoci l’esperienza è stata gradevole.

Alcune intuizioni dell’IA come la mappa sbiadita e il libro sbiadito ci hanno stupito. Ma quando abbiamo chiesto a ChatGPT di aumentare l’elemento fantasy, è sembrato che si limitasse a fare il “compitino” senza “osare” più di tanto.

Ma c’è di più, il chatbot a un certo punto ha cominciato anche a commettere errori fattuali. Ad esempio quando racconta che il piccolo Marco di 12 anni comincia a girare il mondo per vivere nuove avventure. Quando abbiamo fatto notare al chatbot che i genitori del protagonista avrebbero dovuto insospettirsi, ChatGPT ha prontamente corretto il tiro… ma non ci aveva pensato.

Il nostro racconto sarà un successo?

Nonostante queste ombre bisogna dire che l’esperienza con ChatGPT è stata divertente e a tratti emozionante.

L’esperienza è così “umana” che ogni tanto si dimentica che dall’altra parte c’è un’intelligenza artificiale. Quando questo pensiero ci è passato per la mente confessiamo che abbiamo avuto un brivido lungo la schiena.

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